Paestum
Paestum è un sito archeologico, databile intorno al 600 a.C., è di origine greca e si trova nella regione Campania nel comune di Capaccio Paestum.
Il nome Paestum deriva da Poseidone, il dio al quale la città fu dedicata. Sotto l’impero romano divenne un’importante colonia e gli attribuirono il nome attuale. Sembrerebbe che in seguito ad un’epidemia di malaria, aggravata dall’insalubrità del territorio, gli abitanti gradualmente abbandonarono la città mentre la sua riscoperta risale al 1762, quando fu costruita la strada moderna che l’attraversa.
Visitando il sito sono tuttora ben visibili le mura di cinta, costruite dai Greci e poi rafforzate dai Lucani e dai Romani.
Ciò che colpisce di più è la visione dei templi, che riflettono una luce diversa a seconda delle ore e delle stagioni.
Questi grandi edifici costituiscono uno straordinario esempio di stile dorico.
Il Tempio di Hera, risalente al VI sec. a.C., è il più antico.
Il Tempio di Nettuno (V sec. a.C), si presenta come una grandiosa costruzione in travertino, di un caldo colore dorato che varia di tonalità nelle diverse ore della giornata.
Il Tempio di Cerere (VI sec. a.C.), in realtà dedicato alla dea Athena, in epoca medievale fu trasformato in chiesa e custodisce, addossate al muro esterno, tre tombe cristiane.
Durante le sere dei mesi estivi Paestum si colora. Si tratta di “Glaukos”, una video installazione dell’artista Alessandra Franco che usa come tela schermo il tempio di Nettuno generando così uno spettacolo di luce e colore attraverso questa arte contemporanea del videomapping vuole celebrare l’architettura, l’arte e i riti della Grecia antica con tecniche grafiche moderne.
“Glaukos” significa brillante nell’antica lingua greca e vuole richiamare alla mente la forza della luce che da sempre contrasta e allontana il buio: una forte messaggio di speranza e di rinascita per il mondo intero contro le difficoltà causate della pandemia da coronavirus.